I VACCINI DA SOLI NON BASTANO: ECCO COME L’INGEGNERIA VIENE IN AIUTO ALLA MEDICINA
Qualche giorno fa sul Corriere Salute a cura di Cristina Marrone è stato pubblicato un interessante contributo dell’ingegnere Giorgio Buonanno dell’Università di Cassino sul tema Il virus si trasmette negli ambienti chiusi per via aerea.
Siamo in grado di mettere in sicurezza l’aria, come già è stato fatto con l’acqua, a prescindere dalle varianti. Con la riduzione delle emissioni, la ventilazione, la gestione dell’affollamento e dei tempi di esposizione si può mitigare il rischio di infezione.
Una volta di più il Professor Buonanno ha ribadito il punto di vista di una rilevante parte del mondo scientifico ed ingegneristico. Posizione esposta anche durante il convegno romano di AIISA tenutosi il 23 luglio 2021 dal titolo: ANAM 12 – La sanificazione aeraulica: tecnologia e soluzioni a confronto.
Quando è stato chiesto al Professor Buonanno se si possa mitigare il rischio negli ambienti chiusi, il professore ha ricordato che è possibile stimare il rischio di infezione e di conseguenza mitigarlo grazie a una serie di interventi di tipo ingegneristico, infatti non è impossibile seguire il percorso del virus perché la generazione delle goccioline nel soggetto contagiato, la successiva emissione delle stesse, la trasformazione in vapore e la sua trasmissione aerea fino alla deposizione nell’oggetto infettabile sono processi fisici, ben conosciuti nel campo dell’ingegneria ma sconosciuti all’area medica.
SI TRATTA DI UN PROBLEMA SIMILE A QUELLO CHE SI VERIFICA NELL’INQUINAMENTO INDOOR.
Tutti sanno che il fumo di una sigaretta, di una candela o della combustione che si svolge in cucina sono dannosi per la salute e per questo, per proteggere l’ambiente domestico ci si rivolge agli ingegneri che suggeriscono specifiche soluzioni tecniche, fornendo per esempio cappe aspiranti in cucina o aumentando la ventilazione per risolvere i problemi con le tecniche dell’ingegneria, oggi si può stimare il rischio di contagio da Covid analizzando uno scenario in qualunque ambiente chiuso, che si tratti di mezzi di trasporto, uffici, scuole, cinema, teatri, palestre e di conseguenza intervenire per abbattere il rischio riducendo l’emissione del carico virale emesso dal soggetto infetto: un esempio su tutti potrebbe essere l’uso di microfoni per gli insegnanti nelle scuole. Allo stesso modo si possono gestire i tempi di esposizione e l’affollamento, modulando l’introduzione della ventilazione.
Ma è necessario un cambio radicale dalla prassi comune che prevede solo l’adozione di misure farmacologiche come la vaccinazione, includendo anche soluzioni non farmacologiche ma ingegneristiche come la stima del rischio, la ventilazione, la migliore gestione del trattamento del’aria, in caso contrario vivremo sempre con l’incubo dell’inverno, aspettando dell’estate come unica salvezza.
Il Corriere salute riporta altri studi che mostrano come i droplets prodotti durante una normale conversazione potrebbero avere un ruolo nella trasmissione della malattia, soprattutto in ambienti chiusi.
Anche sul PNAS – Proceedings of the National Academy of Sciences c’è un autorevole studio su La trasmissione dell’aria indoor SARS-CoV-2 è una minaccia che può essere affrontata con la scienza
Oltre che Una linea guida per limitare la trasmissione aerea indoor di COVID-19.